Il 10 febbraio, 'Giorno del ricordo', viene conservato e rinnovato il ricordo della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dall’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della vicenda del confine orientale.

Di seguito l’intervento del Sindaco Paola Garlaschelli.

La Giornata del Ricordo è ogni anno occasione per una riflessione profonda sul senso della storia, anche quando si presenta a noi con il suo volto più crudele.

Il 10 febbraio ricordiamo le sofferenze, i morti, le atrocità dell’esodo di decine di migliaia di donne, uomini, bambini, famiglie costrette ad abbandonare la propria terra in una tragedia che colpisce le nostre coscienze. Ricordiamo i massacri delle foibe e l'esodo giuliano dalmata, ricordiamo i volti, le storie, un dramma per troppo tempo sottaciuto e sottovalutato.

Lo ha sottolineato più volte negli ultimi anni il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: la Giornata del Ricordo deve essere, ogni anno sempre di più, un momento di riconciliazione nazionale, perché ricordare la storia in modo oggettivo, gli errori e gli orrori del passato, è un dovere di tutti i noi. La verità della storia è patrimonio comune e non può essere oscurato o dimenticato.

Il ricordo e la memoria condivisa, oggi, devono essere anche un monito affinché la verità della storia non sia mai più vittima dell’indifferenza, del disinteresse, della mancata conoscenza. Questo è il vero senso della storia, che richiede un’attenta opera di approfondimento e condivisione da parte nostra, affinché non esistano più sacche di negazionismo e di pericolosa distorsione della memoria.

Come sempre, ricordo e memoria sono valori che devono essere accompagnati da noi, sono valori dinamici che noi dobbiamo mantenere vivi. Lo dobbiamo fare per il futuro, per le giovani generazioni, per i nostri figli che devono sapere per poter guardare a loro volta il futuro con consapevolezza e senso di responsabilità. 

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