I cimiteri cittadini

Ultima modifica 14 giugno 2018

I cimiteri cittadini sono cinque:

  • Cimitero Maggiore
  • Cimitero di Medassino
  • Cimitero di Oriolo
  • Cimitero di Torremenapace
  • Cimitero di Campoferro

Di questi solo per il Cimitero Maggiore si è in grado di fornire una breve e didascalica storia.

Cimitero maggiore

Sorge oltre il sottopasso ferroviario, verso Oriolo. La parte più antica, con facciata neoclassica e cappelle gentilizie perimetrali che danno una conformazione poligonale all’interno, fu realizzata nel 1825 su progetto dell’ingegner Giuseppe Moschini, capitano del genio civile di Voghera, mentre le citate cappelle sono state edificate su disegni dell’ingegner Giuseppe Cornaro. Ampliato nel 1871 ed a più riprese rimaneggiato, il cimitero fu portato a termine con il secondo recinto solo nel 1937. Merita particolare attenzione in quanto racchiude opere d’arte di notevole interesse, realizzate soprattutto nel XX secolo e, per la maggior parte, nel primo campo dove è altresì situato, sul lato sinistro, il

Sacrario Caduti della Resistenza

Inaugurato il 5 novembre 1978, con benedizione impartita dal cappellano partigiano don Giuseppe Pollarolo, è stato realizzato su progetto dell’architetto Giampiero Codebue. E’ a pianta circolare, composto da una piattaforma circondata da una corona di loculi-ossario in semicerchio, aperto verso la città. All’ingresso una lapide ricorda i caduti dei campi di sterminio nazisti. Un’urna con ceneri e filo spinato, sono stati portati in Italia dal campo di Mauthausen-Gusen dalla madre di Jacopo Dentici. Un muro di cemento armato curvato apre il percorso visita ai loculi; questo itinerario vuole significare la strada dell’unità e della libertà e converge al centro del sacrario sulla piattaforma del sacrificio, raffigurato dall’altare con fusto portante in paramento a griglia incrociata, con mattoni recuperati dal preesistente cimitero partigiano. La composizione dei loculi è creata dall’unione di lastre di pietra naturale a spacco di cava, provenienti da tutte le montagne del Paese che videro l’aspra lotta Partigiana per la libertà, richiamata dalla scritta del poeta Paul Eluard all’ingresso: E in virtù d’una parola - ricomincio la mia vita - sono nato per conoscerti - per chiamarti - Libertà. Collegato, con doppio raccordo anulare, ad una aiuola di fiori il sacrario raccoglie i resti di ben 40 partigiani caduti.

Merita infine una menzione particolare l’ultimo ampliamento (il quinto) su progetto dell’architetto prof. Antonio Monestiroli. Monumentale nelle dimensioni ed ispirato ad una razionale essenzialità nelle forme, è finito in muratura di mattoni a vista, si apre verso strada Folciona e nel cortile interno una vasca d’acqua corre lungo tutto il perimetro dell’edificio, suscitando un particolare senso di solennità e di pace.

I cimiteri cittadini
08-07-2021

Allegato formato PDF